Curiosità e tradizioni della vendemmia

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Curiosità e tradizioni della vendemmia

Fatica, sudore, tradizione e divertimento. E’ settembre, il mese della vendemmia!

 

Settembre è il mese dei buoni propositi, dell’inizio della scuola, del ritorno alla routine quotidiana e delle giornate perse a ricordare le avventure estive. Ma soprattutto settembre è il mese della vendemmia, un momento importantissimo per i produttori che dopo un anno di duro lavoro nelle vigne possono finalmente raccogliere il frutto delle loro fatiche.

La vendemmia è uno di quei periodi dell’anno che hanno qualcosa di magico, assume un significato quasi mistico, come fosse un rito che da secoli si tramanda di generazione in generazione, carico di saperi contadini e tradizioni della cultura popolare.

In un certo senso con la vendemmia si tirano le somme di un anno di fatiche e si fanno dei bilanci per vedere come è andata la stagione.

Su Taccuini Storici, il portale dell’Accademia Italiana di Gastronomia e Gastrosofia, ho trovato alcune curiosità sulla vendemmia che voglio condividere con voi.

Fin dall’antichità la vendemmia è stata celebrata con dei banchetti e nell’antica Roma si facevano delle feste in onore del dio Bacco.

I vecchi contadini si affidavano alla conoscenza del capoccia per decidere quando era il momento perfetto per vendemmiare. Egli infatti riusciva a valutare il grado di maturazione delle uve con vari assaggi e poi ci si affidava al sapiente lavoro manuale dei contadini e si creava una sorta di gara tra le famiglie a chi vendemmiava più rapidamente i filari.

Oggi, uno dei simboli della vendemmia è la cesta rossa dove si raccolgono le uve, ma in passato era necessario usare scale e delle ceste con l’uncino.

Perché? Il motivo è semplice! Le viti si appoggiavano ad un albero, detto “testucchio” e l’uva quindi era in alto. Poi le uve venivano messe nelle bigonce e da li portate in cantina con un carro trainato da buoi.

L’uva è da sempre un alimento fondamentale e non solo per il vino. Ad esempio con i chicchi si realizzava la tradizionale schiacciata con l’uva, dal succo non fermentato si otteneva una bevanda rinfrescante oppure si poteva preparare la sapa uno sciroppo a base di mosto fresco di giornata fatto cuocere lentamente con fichi, noci o mele.

Indubbiamente la fatica è tanta, il caldo umido delle giornate settembrine, il lavoro in piedi e le braccia stanche ma per fortuna non mancano mai momenti di svago con risate, racconti, canti popolari e la classica immancabile merenda in vigna con salame, prosciutto, fettunta, pecorino e un bel calice di vino!

Ed è proprio questo clima conviviale che le cantine del Movimento Turismo del Vino Toscana vogliono celebrare questo momento in occasione di Cantine Aperte in Vendemmia, perché la vendemmia è soprattutto una festa da condividere con i wine lover per brindare a un’ottima annata.

Visitate pagina dedicata a Cantine Aperte in Vendemmia sul sito di MTV Toscana, scoprite i programmi delle cantine socie e godetevi l’atmosfera della vendemmia come si faceva una volta!

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