
E’ TEMPO DI SCENDERE DI NUOVO IN VIGNA. LA POTATURA CHIAMA!
Potatura delle vigne: istruzioni per l’uso. Periodo, tecniche e consigli pratici.
La parola inverno, in natura, è molto spesso sinonimo di riposo. Riposo anche per la vite che dopo la fatica della vendemmia, attende il prossimo germogliamento. Beata la vite che si può riposare perché invece il povero viticoltore non se la passa altrettanto bene. Fuori fa freddo e lavorare all’aria aperta diventa sempre più difficile e doloroso. E’ facile immaginare che ogni viticoltore che passeggia tra le vigne al freddo e al gelo, si soffermi a ripensare, con una certa nostalgia, ai momenti felici e caldi della vendemmia. E allora la domanda sorge spontanea: durante la vendemmia tutti fremono di curiosità e voglia di partecipare, così tanto che a volte le vigne sono quasi affollate. Come mai invece la potatura non la vuole fare mai nessuno? Vediamo se riusciamo ad incuriosirvi un pò di più e ad invogliarvi a scendere in campo a dare una mano.
Per chi ama e segue i propri vigneti, la potatura secca (viene chiamata così per differenziarla da quella verde che invece viene effettuata nel periodo estivo) è di fondamentale importanza perché questo procedimento incide molto sulla vita della pianta e sulla qualità del raccolto e quindi del prodotto finale.
La potatura è un procedimento che deve essere eseguito attentamente, seguendo ogni tipo di analisi: scegliere il momento giusto verificando le temperature, il meteo, la tipologia e l’età delle piante. Di norma, infatti, questo procedimento dovrebbe essere effettuato solo dopo la perdita delle foglie che servono a garantire il massimo accumolo delle sostanza nutritive di riserva nei tralci e quando le temperature non scendono troppo sotto lo zero perché il legno si indurisce e attraverso i tagli della potatura, il freddo potrebbe penetrare nella pianta.
Insomma amici, se fa troppo freddo, avrete una buona scusa per riposare anche voi!
Controllate poi l’età delle piante in quanto quelle più giovani potrebbero risentire maggiormente degli sbalzi di temperatura.
Adesso però passiamo al taglio vero e proprio. Esistono infatti vari tipi di metodo di taglio, ma noi vi raccontiamo quelle che sono più rappresentative del contesto italiano:
- il Guyot è una forma d’allevamento diffusa in tutta Italia ed è tipica dei terreni meno fertili e in collina, dove la vite presenta uno sviluppo piuttosto contenuto. In pratica, sul tronco della vite viene inserito un capo a frutto piegato orizzontalmente lungo la direzione del filare e uno sperone che ha lo scopo di dare i rinnovi per gli anni successivi. Durante la potatura vengono operati tre tipi di taglio: passato, presente e futuro. Vengono chiamati così per descrivere quello che è stato lasciato sulla pianta l’anno passato, quello su cui si dovrà effettuare la potatura presente e quello che si lascerà sulla pianta per il futuro. Di fatto il taglio del passato consiste nell’eliminare il tralcio che ha dato origine ai germogli fruttiferi; il taglio del presente consiste nel tagliare al numero di gemme scelte il tralcio che dovrà dare frutti nell’anno in corso ed il taglio del futuro consiste nel tagliare il tralcio al numero di gemme che permetteranno di farlo diventare lo sperone che fornirà i tralci per la produzione dell’anno successivo;
- nel metodo a Cordone Speronato invece la vite piantata al primo anno andrà a produrre diversi rametti che al momento della prima potatura dovranno essere tagliati, avendo cura di lasciarne uno solo a due gemme badando che sia il più dritto e vigoroso. Al secondo anno, dei due tralci venuti fuori dalle due gemme andrà lasciato sempre il più dritto e vigoroso. Al terzo anno il tronco avrà una dimensione maggiore rispetto alla parte da distendere sul filo e sarà questo il momento in cui andrà scelto un tralcio lungo da fissare sul palo di sostegno. Il Cordone Speronato è una forma di allevamento adatta a zone con poca fertilità in cui l’ambiente pedoclimatico porta ad un contenimento della vigoria, come ad esempio nelle zone collinari;
- l’Alberello è una delle forme di allevamento della vite impostata nei piccoli vigneti in condizioni di limitata disponibilità idrica o di clima sfavorevole. In Italia, l’Alberello è una forma di allevamento che ha origini molto antiche e che è tutt’oggi diffusa nelle regioni meridionali e nelle isole. Questo tipo di allevamento presenta diverse varianti, in relazione alle condizioni ambientali e ad usi e costumi locali: a potatura cortissima, a potatura mista e a potatura corta che è la pratica più diffusa. In questo caso, detto anche a vaso, è prevista la formazione di un tronco suddiviso alla sommità in 3-4 parti relativamente corte, portanti uno o più tralci. Questi vengono rinnovati ogni anno. Le viti non sono sostenute da una palificazione a fili, oppure si ricorre a sostegni singoli, spesso costituiti da materiale di facile reperimento, come ad esempio le canne.
Cosa serve per effettuare la potatura?
Anche nel mondo delle produzione vinicola, da un pò di tempo la tecnologia è sicuramente un grande aiuto, ma la maggior parte del lavoro della potatura viene ancora effettuato manualmente. Quindi, nel caso abbiate deciso di provare questa esperienza, armatevi di cesoie e filo di ferro per legare i tralci. E attenzione, non sottovalutate la tipologia di forbici. In commercio esistono molti tipi di forbici, da quelle tradizionali con lama curva, alle forbici pneumatiche o a cricchetto. Ogni tipo di forbici si adatta bene a potare alcune specie arboree e altre un po’ meno, ma soprattutto potrebbero non essere adatte alla vostra mano! Infine non dimenticate di portare con voi dei buoni guanti, gli stivali adatti, la sciarpa e il cappello! E se nei giorni successivi sentirete qualche doloretto alla mano, tranquilli, il dolore passa, ma il ricordo di una giornata meravigliosa all’aria aperta tra l’incanto delle vigne, quello non passa mai!
Adesso siete pronti a potare?